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Alcuni locatori di case vacanza hanno scritto questo Vico Equense
Vico Equense nella Costiera Sorrentina, sorge su un blocco tufaceo e calcareo, ad un’altezza media di 90 metri: si affaccia sul mar Tirreno, nella parte meridionale del golfo di Napoli, all’inizio della costiera sorrentina, per arrivare poi ad un’altezza massima di 1.444 metri con la cima del monte Sant’Angelo, la
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mostrare di più più alta dell’intera catena dei monti Lattari; per un breve tratto, montuoso e scosceso verso il mare, la città è bagnata anche dalle acque del golfo di Salerno, lungo la costiera amalfitana, nelle vicinanze dell’isola de Li Galli. Con un superficie di quasi 30 chilometri quadrati, Vico Equense è il più vasto comune della penisola sorrentina, nonché l’ottavo dell’intera provincia
Le prime testimonianze di vita nell’area del comune di Vico Equense risalgono al periodo del VII secolo a.C., grazie a ritrovamenti di corredi funerari facenti parte di una necropoli scoperta negli anni sessanta del XX secolo[4]; la prima citazione scritta riguardante il territorio invece risale al I secolo, quando Silio Italico, nel poema Punica, cita un certo guerriero di nome Murrano, proveniente dall’Aequana, un territorio vicino Sorrento[4]: documenti di epoca medievale confermano poi l’esistenza del borgo di Aequa, nel tratto di costa che oggi viene identificato nella frazione di Seiano.
Fin dall’epoca romana, Seiano è stata scelta come meta di soggiorno per il suo dolce clima, per l’aria salubre, per il verde delle colline e l’azzurro intenso del mare. Questa frazione si trova posta su una collina a strapiombo sul mare (85 m s.l.m.), dove sorge un piccolo agglomerato di case. Seguendo invece una lunga strada in discesa si arriva alla Marina di Seiano, zona che fa sempre parte della frazione di Seiano, dove sorge un piccolo villaggio di pescatori, pressoché disabitato durante il periodo invernale.
Questa zona è frequentata soprattutto durante il periodo estivo, quando vengono prese d’assalto le splendide spiagge della Marina di Aequa.
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mostrare di più più alta dell’intera catena dei monti Lattari; per un breve tratto, montuoso e scosceso verso il mare, la città è bagnata anche dalle acque del golfo di Salerno, lungo la costiera amalfitana, nelle vicinanze dell’isola de Li Galli. Con un superficie di quasi 30 chilometri quadrati, Vico Equense è il più vasto comune della penisola sorrentina, nonché l’ottavo dell’intera provincia
Le prime testimonianze di vita nell’area del comune di Vico Equense risalgono al periodo del VII secolo a.C., grazie a ritrovamenti di corredi funerari facenti parte di una necropoli scoperta negli anni sessanta del XX secolo[4]; la prima citazione scritta riguardante il territorio invece risale al I secolo, quando Silio Italico, nel poema Punica, cita un certo guerriero di nome Murrano, proveniente dall’Aequana, un territorio vicino Sorrento[4]: documenti di epoca medievale confermano poi l’esistenza del borgo di Aequa, nel tratto di costa che oggi viene identificato nella frazione di Seiano.
Fin dall’epoca romana, Seiano è stata scelta come meta di soggiorno per il suo dolce clima, per l’aria salubre, per il verde delle colline e l’azzurro intenso del mare. Questa frazione si trova posta su una collina a strapiombo sul mare (85 m s.l.m.), dove sorge un piccolo agglomerato di case. Seguendo invece una lunga strada in discesa si arriva alla Marina di Seiano, zona che fa sempre parte della frazione di Seiano, dove sorge un piccolo villaggio di pescatori, pressoché disabitato durante il periodo invernale.
Questa zona è frequentata soprattutto durante il periodo estivo, quando vengono prese d’assalto le splendide spiagge della Marina di Aequa.
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fonte: Lorello
Vico Equense è il più esteso e popoloso Comune della Penisola Sorrentina ed è la porta d’ingresso alla Terra delle Sirene. E’ di origini antichissime; probabilmente già osci ed ausoni, popolazioni italiche del VII-VI secolo a.C., commerciavano con il villaggio sorto sulla costa sorrentina. E le testimonianze archeologiche, come l’oinochoe,
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mostrare di più vaso ad un’ansa con incise alcune lettere che rimandano all’alfabeto osco, custodite nell’Antiquarium di Vico Equense, permettono di risalire alle tracce dell’insediamento di epoca preromana, fortemente influenzato dalla cultura etrusca. Gli oggetti conservati nel museo provengono dagli scavi di parte della necropoli, iniziati negli anni Sessanta del Novecento nell’area compresa tra vico Lungo, Via Santa Sofia e via Nicotera, ma già individuati nell’Ottocento. Vico Equense fu dominata da Etruschi, Osci, Sanniti e Romani. Il Vicus romano era un borgo dipendente da Sorrento, che fornì a Roma soldati fino alla sanguinosa ribellione sedata da Silla nell89 a.C. Sono tuttora visibili testimonianze architettoniche di sontuose ville marittime, simili a quelle di Stabia e di Baia, costruite dai Romani nel I secolo a.C. lungo la costa che va da Marina di Vico a Punta Scutolo, già all’epoca luoghi di villeggiatura. Proviene dalla villa rinvenuta in località Pezzolo a Marina d’Equa il gruppo marmoreo raffigurante Amore e Psiche, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Dopo essere stato colpito da disastrosi terremoti nel 62 e 64 d.C., nel 79 l’abitato venne ricoperto da lapilli eruttati dal Vesuvio, la cui attività risultò distruttiva per Pompei ed Ercolano. Il piccolo gruppo di case superstiti o ricostruite fu chiamato prima Vico di Sorrento ed in seguito Vico Equense.
Dopo la caduta dell’Impero Romano seguì un periodo difficile, di cui restano poche testimonianze. Più tardi le invasioni dei Goti e, più tardi ancora, le frequenti incursioni saracene resero la costa insicura e spinsero gran parte degli abitanti a rifugiarsi sulle alture dell’interno, dando vita ai “casali”, nuclei urbani collinari che con la loro architettura rurale contraddistinguono la fascia intermedia del territorio.
Vico Equense sorge su un promontorio roccioso proteso sul mare, a dominare la costa da Scrajo a Punta Scutolo. Situata al centro della penisola sorrentina, Vico era celebrata fin dal Settecento da scrittori, poeti e viaggiatori illustri alla scoperta di bellezze artistiche e naturali durante l’epoca d’oro del Grand Tour. La costa, frastagliata, è ricca di spiagge e calette talvolta raggiungibili solo dal mare. Le colline circostanti, verdi e rigogliose, sono disseminate di casali, dove si perpetua la tradizionale occupazione nel settore agricolo ed in quello caseario. Verso l’alto Vico è chiusa dalla catena dei Monti Lattari, che culminano nel Monte Faito (m. 1400). La sua posizione garantisce un clima gradevole per gran parte dell’anno; anche per questo è una località turistica molto frequentata.
DA VEDERE
Il Castello Giusso (risalente alla fine del 1200), la Chiesa della SS. Annunziata (ex Cattedrale costruita tra il 1320 ed il 1330), la Chiesa dell’Arciconfraternita dell’Assunta, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Puntamare, la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni (protettori della città), il Convento di San Francesco, la Cappella di Santa Lucia a Massaquano (ospita un ciclo pittorico trecentesco), il complesso Camaldolese di Astapiana (XVII secolo) ad Arola, l’incomparabile panorama della Costiera Amalfitana da Santa Maria del Castello.
MUSEI
Museo Archeologico “Silio Italico”; Museo Mineralogico Campano; Museo di Arte sacra della Chiesa di San Vito; Ecomuseo Cites.
EVENTI E MANIFESTAZIONI
6 gennaio: le Pacchianelle.
Processione del Venerdì Santo. Questa processione si alterna ogni biennio con quella della Congrega di Seiano, con i figuranti che con tuniche rosse si ispirano ai personaggi testimoni delle ultime ore della vita di Gesù (Apostoli, centurioni, Sommi Sacerdoti, soldati a cavallo).
26 maggio: Festa della Madonna di Massaquano.
IL MONTE FAITO
Può essere meta di escursioni in tutte le stagioni, poichè in ciascuna ha le sue attrattive: in primavera per lo spettacolo della fioritura, d’estate per la frescura del suo clima, in autunno per i week-end da dedicare alla sagra delle castagne, in inverno per la neve che spesso lo ricopre.
LA PIZZA A METRO
Da semplice curiosità è diventata una pietanza classica legata indissolubilmente all’immagine di Vico Equense.
Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso Gigino Dell’Amura eredita dal padre una panetteria e la passione per l’arte bianca. Di notte impasta e cuoce il pane, di giorno sforna pizze. Queste diventano sempre più lunghe, seguendo un’idea semplice ma geniale: offrire una pizza a centimetri per soddisfare...su misura l’appetito di ciascuno.
Gigino la battezza “pizza a metro” e, nel 1960, deposita il brevetto in tutto il mondo. Oggi i cinque figli di Gigino hanno aggiunto al nome del locale quello di “Università della pizza”.
PRODOTTI TIPICI
Prodotti lattiero-caseari; Provolone del Monaco; Caprignetti; Olio d.o.p.;
Vino; Granita al limone; Miele.
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Dopo essere stato colpito da disastrosi terremoti nel 62 e 64 d.C., nel 79 l’abitato venne ricoperto da lapilli eruttati dal Vesuvio, la cui attività risultò distruttiva per Pompei ed Ercolano. Il piccolo gruppo di case superstiti o ricostruite fu chiamato prima Vico di Sorrento ed in seguito Vico Equense.
Dopo la caduta dell’Impero Romano seguì un periodo difficile, di cui restano poche testimonianze. Più tardi le invasioni dei Goti e, più tardi ancora, le frequenti incursioni saracene resero la costa insicura e spinsero gran parte degli abitanti a rifugiarsi sulle alture dell’interno, dando vita ai “casali”, nuclei urbani collinari che con la loro architettura rurale contraddistinguono la fascia intermedia del territorio.
Vico Equense sorge su un promontorio roccioso proteso sul mare, a dominare la costa da Scrajo a Punta Scutolo. Situata al centro della penisola sorrentina, Vico era celebrata fin dal Settecento da scrittori, poeti e viaggiatori illustri alla scoperta di bellezze artistiche e naturali durante l’epoca d’oro del Grand Tour. La costa, frastagliata, è ricca di spiagge e calette talvolta raggiungibili solo dal mare. Le colline circostanti, verdi e rigogliose, sono disseminate di casali, dove si perpetua la tradizionale occupazione nel settore agricolo ed in quello caseario. Verso l’alto Vico è chiusa dalla catena dei Monti Lattari, che culminano nel Monte Faito (m. 1400). La sua posizione garantisce un clima gradevole per gran parte dell’anno; anche per questo è una località turistica molto frequentata.
DA VEDERE
Il Castello Giusso (risalente alla fine del 1200), la Chiesa della SS. Annunziata (ex Cattedrale costruita tra il 1320 ed il 1330), la Chiesa dell’Arciconfraternita dell’Assunta, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Puntamare, la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni (protettori della città), il Convento di San Francesco, la Cappella di Santa Lucia a Massaquano (ospita un ciclo pittorico trecentesco), il complesso Camaldolese di Astapiana (XVII secolo) ad Arola, l’incomparabile panorama della Costiera Amalfitana da Santa Maria del Castello.
MUSEI
Museo Archeologico “Silio Italico”; Museo Mineralogico Campano; Museo di Arte sacra della Chiesa di San Vito; Ecomuseo Cites.
EVENTI E MANIFESTAZIONI
6 gennaio: le Pacchianelle.
Processione del Venerdì Santo. Questa processione si alterna ogni biennio con quella della Congrega di Seiano, con i figuranti che con tuniche rosse si ispirano ai personaggi testimoni delle ultime ore della vita di Gesù (Apostoli, centurioni, Sommi Sacerdoti, soldati a cavallo).
26 maggio: Festa della Madonna di Massaquano.
IL MONTE FAITO
Può essere meta di escursioni in tutte le stagioni, poichè in ciascuna ha le sue attrattive: in primavera per lo spettacolo della fioritura, d’estate per la frescura del suo clima, in autunno per i week-end da dedicare alla sagra delle castagne, in inverno per la neve che spesso lo ricopre.
LA PIZZA A METRO
Da semplice curiosità è diventata una pietanza classica legata indissolubilmente all’immagine di Vico Equense.
Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso Gigino Dell’Amura eredita dal padre una panetteria e la passione per l’arte bianca. Di notte impasta e cuoce il pane, di giorno sforna pizze. Queste diventano sempre più lunghe, seguendo un’idea semplice ma geniale: offrire una pizza a centimetri per soddisfare...su misura l’appetito di ciascuno.
Gigino la battezza “pizza a metro” e, nel 1960, deposita il brevetto in tutto il mondo. Oggi i cinque figli di Gigino hanno aggiunto al nome del locale quello di “Università della pizza”.
PRODOTTI TIPICI
Prodotti lattiero-caseari; Provolone del Monaco; Caprignetti; Olio d.o.p.;
Vino; Granita al limone; Miele.
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fonte: Gargiulo
Foto della località
Destinazioni turistiche vicine Vico Equense
Classificazione:
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Vico Equense, Campania (Provincia di Napoli)
Appartamento per max. 6 persone
Nr. alloggio 2270077
dal USD 570per 1 settimanaCa. 100 m², 2 Camere da letto, 1 Bagno, Non sono ammessi animali domestici, TV, Accesso internet, Wi-Fi, Lavatrice, Spiaggia di sabbia ca. m